Waiting for the Europeans: a tu per tu con Beatrice Arturi.
In vista degli Europei giovanili di dressage, abbiamo voluto chiedere ai nostri giovani talenti convocati per questa prestigiosa competizione di raccontarsi con una breve intervista. Beatrice Arturi, unica convocata per l’Italia e partecipante a livello individuale per l’Europeo U25, ci ha raccontato le sue emozioni, le sue aspettative e come si sta preparando per rappresentare l’Italia in questo importante evento. Scopriamo insieme le sue risposte e conosciamo meglio questa giovane atleta che si appresta a portare il suo cavallo e la sua passione sul palcoscenico europeo.
- Come ti senti ad essere stato convocato per gli Europei giovanili di dressage? Sono molto contenta di essere stata selezionata per questi Campionati Europei, ma sono soprattutto onorata di poter rappresentare la mia nazione. Farò del mio meglio per onorare questo impegno
- Come si chiama il cavallo che porterai agli Europei giovanili di dressage e qual è un particolare che lo rende unico secondo te? Il cavallo che mi accompagnerà in questo campionato si chiama Destiny OLD. È un cavallo veramente unico: ad ogni gara, dentro il rettangolo, dà il meglio di sé per me. Sento che cerca di non fare errori e che gli piace fare bene. Lo adoro, è bravissimo
- Come ti stai preparando per questa competizione? Stiamo cercando ovviamente di prepararci al meglio per questi campionati .
- Qual è il tuo obiettivo principale per questi Europei?Siamo entrambi in forma, quindi speriamo che tutto vada per il meglio.
- Hai un amuleto portafortuna o una routine particolare prima di entrare in gara? No, non ho nessun amuleto portafortuna, ma ho una routine pre-gara. Consiste nel mettermi davanti al rettangolo e ripetere tra me e me tutto quello che devo fare durante la ripresa, visualizzando come io e il cavallo dobbiamo comportarci in ogni punto. È un rituale piuttosto lungo dal momento che lo ripeto anche più volte.
- Chi è il tuo modello nel dressage e perché? Il mio modello nel dressage è Charlotte Dujardin, innanzitutto perché è bravissima e poi perché ha una tecnica impressionante. Anche da un cavallo, sì, qualitativo, ma normale, riesce a tirare fuori il meglio e a farlo funzionare al massimo delle sue possibilità.
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