Italiani all’estero: a tu per tu con Anita Bacchetti.

Anita Bacchetti è una giovane e determinata atleta che ha dedicato la sua vita alla disciplina del dressage, affrontando momenti di difficoltà e rinunce, ma senza mai smettere di inseguire il suo sogno. Dopo una lunga pausa, Anita ha ritrovato la passione per i cavalli e nel 2024 ha deciso di trasferirsi in Germania per perfezionarsi ulteriormente, lavorando e allenandosi sotto la guida di Johann Hinnemann, uno dei più rispettati maestri di dressage. In questa intervista, Anita ci racconta la sua storia, i successi e le sfide che l’hanno portata fin qui, offrendo uno sguardo sincero sul suo percorso e sui suoi obiettivi futuri.

Introduzione e Presentazione

  1. Ci racconti un po’ di te: Da quanto tempo pratichi equitazione? Come ti sei avvicinata al mondo del dressage? Cosa ti ha spinta a scegliere il dressage come disciplina principale?  Ho iniziato a montare all’età di otto anni, ma il mio percorso non è stato del tutto lineare. A dieci anni, dopo un brutto incidente durante una gara di salto con un pony della scuola, ho smesso di cavalcare. A tredici anni ho preso il mio primo cavallo, il grande Professore Muldy, che mi ha accompagnato nella disciplina del completo e mi ha insegnato tantissimo. Era molto bravo nel cross e nel dressage, ma il salto non era il suo punto forte. Un giorno, durante uno stage con un cavaliere inglese, mi disse che il mio futuro era nel dressage, che era la disciplina che più mi si addiceva. Era una possibilità che avevo preso in considerazione già da un po’, ma quelle parole sono state la spinta definitiva per seguirla. Così, a quattordici anni, sono andata a fare parte della scuderia Roncobello, dove già mia mamma e mia sorella Anna praticavano dressage. È diventato il mio posto del cuore. Stefano Mantica e Monica Iemi mi hanno introdotto in un mondo meraviglioso, e subito ho preso la mia cavallina, Vilight, che mi ha portato a un giro di gare magnifico, pieno di soddisfazioni. Poi, ho continuato la mia carriera junior con Cortes, un cavallo di Stefano, che ho montato per un anno. Tuttavia, nel 2016, in un periodo di grande fragilità personale e nel pieno della mia carriera junior, ho smesso di montare, improvvisamente. Questo è quello che considero l’errore più grande della mia vita. Negli anni dell’università, tornavo a montare saltuariamente, ma mai con la costanza e la serietà di prima. Nonostante mi mancassero immensamente i cavalli, non riuscivo ad accettare di non poter praticare l’equitazione in maniera agonistica come ero abituata. Nel 2023, però, ho iniziato a montare Hiatina, la cavalla di mamma, e sono stata nuovamente travolta dal mio mondo. Tutta la magia è tornata a vivere dentro di me. Ho ricominciato dalle M, abbiamo vinto i campionati regionali a settembre, e poi siamo andate in giro piccolo prima dell’estate 2024.
  2. Quali sono stati i tuoi maggiori successi a livello agonistico fino ad oggi? Oltre alla vittoria dei campionati regionali con Hiatina, con Vilight ho vinto sia i campionati regionali che i campionati italiani nel livello Junior F. Con lei formavamo un bellissimo binomio. Era tanto tempo fa, ma guardando indietro, mi rendo conto di quanto tempo abbia perso.
  3. Quali sono stati i cavalli più importanti per te ? C’è un cavallo con cui hai avuto un legame speciale? Sono stati tutti e quattro cavalli importantissimi, e ciascuno mi ha regalato qualcosa di unico, qualcosa che mi serviva in un momento preciso della mia vita. Tuttavia, devo ammettere che Hiatina ha preso davvero il mio cuore e la mia anima. Mi ha raccolto da terra nel periodo più difficile della mia vita e mi ha fatto tornare a brillare. Non è solo una cavalla di qualità eccezionale, ma il feeling che mi regala ogni giorno quando la monto è indescrivibile. Non ho mai provato nulla di simile con nessun altro cavallo. Anche se ho la possibilità di montare cavalli più qualitativi e più avanti con il lavoro, nessuno di loro riesce a farmi provare la stessa sensazione.

Il Trasferimento in Germania

  1. Di recente ti sei trasferita in Germania presso la scuderia di Johann Hinnemann. Come è nata questa opportunità e cosa ti ha spinta a fare questo passo?  Una volta ricominciata la mia carriera con Hiatina, ero determinatissima e volevo recuperare tutto il tempo che avevo perso. Nonostante lavorassi in uno studio di architettura, dove sono ancora impiegata, il mio desiderio era imparare, imparare e imparare. Dopo una gara a Borgo la Caccia, dissi a Monica: “Moni, io voglio andare in Germania”. Così, grazie all’aiuto di Monica e Anna Merveldt, che conoscevano molto bene Hinnemann, organizzarono per me e mia sorella Melina uno stage di tre settimane ad agosto. Dopo appena una settimana, avevo già deciso: volevo rimanere. Avevo provato nuove sensazioni, mai provate prima, e avevo capito che la strada sarebbe stata molto più lunga e affascinante di quanto pensassi. Così ho trovato una sistemazione, e al momento lavoro in scuderia e mi alleno, anche se le cose stanno cambiando.
  2. Come è stato per te adattarti a una nuova scuderia e a un ambiente diverso? All’inizio non è stato facile, soprattutto quando sono tornata dalle vacanze. Ero molto spaventata. La Germania, come dicono, non è calorosa come l’Italia. Però, con il tempo, inizi ad entrare nel cuore delle persone e a creare una bella atmosfera. Penso che ciò che conta davvero sia quello che hai dentro e quello che porti agli altri: mantenere viva la propria luce e condividerla con chi ti sta attorno. L’ambiente dei cavalli qui è molto diverso, e sicuramente in modo positivo. Tutto sembra così… normale. Sono molto spartani, mi ha impressionato vedere la gestione quotidiana del cavallo, ma soprattutto l’organizzazione delle gare: trailer, campo in erba… e via. È tutto essenziale, ma credo che sia un approccio molto giusto. I cavalli sono abituati a qualsiasi cosa. 
  3. Com’è lavorare in una scuderia di tale livello affiancata da cavalieri altrettanto importanti  e quali aspetti del dressage stai perfezionando li? Lavorare in scuderia è bellissimo, ogni mattina inizia con un sorriso, nonostante il freddo e il cielo grigio. Le giornate, dal punto di vista lavorativo, sono molto impegnative, soprattutto a livello fisico. Non si perde tempo e ogni attività segue un ordine preciso. La scuderia, al momento, è piccola, ma è meraviglioso sentirsi la meno esperta. Non faccio altro che osservare e imparare. Il livello è sicuramente molto alto. È sempre importante avere uno sguardo aperto e critico, assorbendo tutto ciò che è utile, ma mantenendo allo stesso tempo i propri ideali. Da quando sono qui, ho cambiato un po’ il mio modo di montare. Ho finalmente capito perché il libro di Steinbrecht si intitola La Palestra del Cavallo (Das Gymnasium des Pferdes). È una ginnastica continua, davvero. Gli esercizi sono solo un mezzo per arrivare a un risultato, non il fine. Se facciamo gli esercizi, è perché sono utili al cavallo in un determinato momento. Molte delle mie lezioni consistono semplicemente in transizioni trotto-galoppo, galoppo-trotto, per migliorare l’equilibrio e la fluidità del cavallo.
  4. Quali sono i tuoi compiti principali presso la scuderia ? Al momento mi occupo dei cavalli la mattina: li porto al paddock, li preparo, faccio due o tre box e poi li riporto in scuderia. Nel pomeriggio tengo le lezioni, e quando c’è tempo e possibilità, monto anche altri cavalli. Attualmente lavoro ancora in smart working, ma presto le cose cambieranno e dovrò dedicarmi maggiormente ai cavalli e al montare.
  5. Segui una routine giornaliera specifica o i tuoi compiti variano di giorno in giorno?  La routine è molto precisa, anche se, essendo cavalli, gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo. I compiti quotidiani sono più o meno gli stessi, ma la parte più bella è che, appena ho del tempo libero, ci sono sempre cavalli pronti da montare.

Obiettivi e Aspirazioni Future

  1. Quali sono i tuoi obiettivi principali per il futuro? Ci sono competizioni o eventi in cui sogni di partecipare? Il mio obiettivo principale è sicuramente imparare e migliorarmi. Voglio andare in gara con Hiatina, ma sono consapevole di aver perso tantissimi anni e di avere ancora molta strada da fare. Ho appena compiuto 25 anni e mi manca ancora esperienza e chilometri. Ho degli obiettivi concreti e precisi in mente, e sto mettendo tutto me stessa per realizzarli. 
  2. Che consiglio daresti a un giovane o a una giovane che sogna di fare carriera nel dressage? Dipende sempre da cosa una persona cerca. Se l’obiettivo è imparare e fare esperienza, credo che superare i confini sia fondamentale. Qui in Germania c’è una conoscenza di base del cavallo che, purtroppo, in Italia non possiamo nemmeno immaginare. Io ho avuto la fortuna di crescere con Stefano Mantica e Monica Iemi, che mi hanno dato un’impronta che ritrovo perfettamente qui, in Germania, nella scuderia in cui lavoro. La Germania è davvero la patria dei cavalli, siamo letteralmente circondati da opportunità. Qui ci sono tantissime possibilità lavorative che in Italia non esistono. Il dressage è uno sport nazionale, tutti lo conoscono. Inoltre, sono stata fortunata ad avere istruttori che stimo enormemente, come Hinnemann, che mi sta davvero dando la chiave di volta: è un grande Maestro. In Italia, i numeri sono davvero limitati e le possibilità di crescita sono più ridotte. È importante mettersi a confronto con un livello diverso, molto più elevato, rispetto a quello a cui siamo abituati. Per qualcuno potrebbe non essere facile, ma è fondamentale capire che esiste un mondo di persone migliori di noi, dalle quali possiamo imparare tantissimo. Se l’obiettivo è la crescita personale e la formazione, allora la Germania è il posto giusto.

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