Chi è Eleonora Perroni, la giovane amazzone che alleva le future stelle del dressage
Giovane dressagista italiana classe ’89 e istruttrice II liv., Eleonora Perroni porta il suo contributo al mondo dell’allevamento in Italia: dal 2016 (anno di nascita del primo puledro), l’atleta alleva nuove promesse per il dressage presso l’Allevamento del Roncone, a Viterbo.
Ma conosciamola meglio insieme…
1. Quando ti sei avvicinata per la prima volta al mondo del cavallo e dell’equitazione?
Mi sono avvicinata all’equitazione all’età di 8 anni in un piccolo circolo ippico di Roma.
Credo di aver ereditato la passione per i cavalli da mia zia, sono l’unica in famiglia ma i miei genitori mi hanno sempre appoggiata ed incoraggiata. Il mio primo cavallo da dressage è arrivato nel 2007, quando avevo 18 anni. Si chiamava Don Rubin, un figlio di Donnerhall x Rubistein, aveva 10 anni. Era un cavallo di grande esperienza e davvero paziente. Mi ha insegnato tanto, ai tempi ero davvero alle prime armi!
È con lui che sono arrivati i primi successi sportivi.
2. Come nasce l’allevamento Del Roncone?
Nel 2012, ho deciso di affiancare a Don Rubin un cavallo giovane. Dancier Stern (Pimpi) è arrivato a Roma nell’ottobre del 2012 e aveva 4 anni.
La scelta di un cavallo giovane è stata audace, in Italia in quegli anni non mi pare di ricordare grandi numeri nei circuiti dei puledri.
Da quel momento ho iniziato a viaggiare spesso e la mia curiosità nel settore allevatoriale è cresciuta sempre di più. Ho iniziato a frequentare le aste di Verden (Hannoveraner Verband) e poi, più recentemente, quelle di Vechta (Oldenburger Verband), dove ho conosciuto allevatori e ho cercato di imparare il più possibile da chi in quel mondo ci viveva da molto più tempo di me.
Ho stretto legami importanti e ho fatto tante domande, ho iniziato a studiare le linee genetiche e ho iniziato a comprare cavalli giovani.
Poi, ad essere sincera, l’idea dell’allevamento è nata per caso.
Avevo una cavalla giovane, Devita, una figlia di Desperados, molto promettente che però all’età di 5 anni ha avuto un infortunio. Ho deciso di farle fare la mamma. Ora ha 12 anni e si gode appieno la sua nuova vita in Germania insieme alle altre mie fattrici e ai puledri. Di tutti i cavalli dell’allevamento è sicuramente quella a cui sono più legata. In più in Italia non ci sono molti allevamenti dedicati alla disciplina del dressage, questo è stato sicuramente un incentivo in più.
3. Come mai proprio il Dressage? Cosa ti ha spinto ad allevare cavalli in questa disciplina?
Il salto ostacoli non mi ha mai appassionata. Da piccoli ti indirizzano verso quella disciplina perché è la più conosciuta e ci sono pochissimi istruttori che ti danno la possibilità di avvicinarti a qualcosa di diverso. Ma la verità è che non ho mai provato quella adrenalina di cui tutti parlano anzi, ero piuttosto annoiata. Quando avevo 14 anni ho finalmente conosciuto un’istruttrice che prestava molta attenzione al lavoro in piano e ho deciso di seguirla nella sua scuderia.
La decisione di allevare cavalli da dressage è scaturita dalla grandissima passione per questa disciplina e sopratutto dalla speranza di poter colmare una lacuna: in Italia sono davvero pochissimi gli allevamenti dedicati esclusivamente al dressage. È la disciplina che pratico e che conosco dall’interno, quella su cui sono più informata.
4. Cosa cerchi in un cavallo da Dressage, e quindi, quali sono gli obiettivi del tuo allevamento? Ci sono delle caratteristiche o una filosofia di pensiero di cui ti fai portavoce?
Non penso che ci sia bisogno di elencare tutte le caratteristiche necessarie che un cavallo da dressage dovrebbe avere perché sono sicura che i vostri lettori siano più che informati in proposito. Da atleta so bene, dopo tanti anni passati in sella, con quale genere di cavallo mi piace di più lavorare. In sostanza nei cavalli che compro cerco un’alta “cavalcabilità”. La ritengo una caratteristica necessaria. 3 ottime andature naturali e non troppo “costruite”. Inoltre crescendo ho capito che una “bella testa” e un ottimo carattere è oro. Allevando ho imparato che non si può ignorare la predisposizione al lavoro o il carattere nell’equazione genetica. Non possiamo far nascere tutti puledri dai movimenti spaziali ma riservati a pochi cavalieri professionisti. Io per prima non mi considero un’amazzone super coraggiosa, anche se ho avuto cavalli complicati. Quando la commissione OLD ha approvato i miei stalloni mi ha detto chiaramente che oltre alle straordinarie capacità sportive sono rimasti colpiti dalla tranquillità di entrambi i cavalli. Un carattere collaborativo facilita sicuramente la crescita nello sport.
5. Chi sono i cavalli che al momento fanno parte del tuo progetto di allevamento?
Il mio è un allevamento con piccoli numeri. Due, tre nascite l’anno.
Ci sono 4 fattrici, tutte approvate e premiate in due importanti StudBook tedeschi (Hannover e Oldenburg).
Devita (v. Desperados), Quirina (v.Quaterback), Dream Forever (v.Don Index) vivono in Germania mentre Rihanna-Diamonds (v. Rock my Soul) per ora sta affrontando un percorso sportivo in Italia anche se c’è il pensiero di farle fare un embryo-transfer magari con uno dei miei stalloni.
Tutte le mie fattrici sono state prima cavalle sportive e con loro ho fatto gare. Le conosco nel profondo, conosco bene i loro caratteri e in questo modo è più facile per me cercare l’incrocio migliore. Molti credono che scegliere un Top stallone sia l’unica cosa che conta ma chi è del “mestiere” sa che non è così facile. Ci sono tantissime variabili da considerare e quando scelgo uno stallone per le mie cavalle cerco di valorizzare i loro punti di forza ma soprattutto cerco stalloni che riescano a passare nei puledri, studiandone la progenie, quello che alle mie mamme manca. Alla fine è il sogno di tutti gli allevatori: trovare l’incrocio perfetto per avere cavalli di alta qualità.
Gli stalloni sono 2: First Choice B, Spotlight, con i quali svolgo regolare attività sportiva e che conto di mettere in razza quest’anno.
- First Choice B, 11 anni da Fidertanz x Rubiloh, fratello uterino di For Dance (di proprietà di Gestuet Sosath) è stallone approvato in Oldenburg;
- Spotlight, 10 anni da Sir Donnerhall x Wolkentanz, è stallone approvato sia in Hannover sia in Oldenburg.
Inoltre ho 3 puledri di 3 anni e 2 puledri di 2 anni. I puledri nati quest’anno sono stati tutti venduti e già consegnati ai nuovi proprietari.
Per incrementare mi capita spesso di acquistare puledri giovanissimi (3-6mesi), li scelgo prevalentemente per le loro linee genetiche e per la qualità delle andature.
Spotlight Spotlight First Choice First Choice e la commissione Oldenburg
6. Sappiamo che recentemente hai venduto all’asta Oldenburg un giovane stallone di 2 anni, ti va di raccontarci di più?
Il cavallo era stato comprato dalla mia famiglia sempre in asta all’età di 3 mesi. È cresciuto in Italia e poi all’inizio del 2021 è stato trasferito nuovamente in Germania per iniziare l’addestramento e la preparazione sportiva.
Sono in contatto con i nuovi proprietari, è stato acquistato da una prestigiosa scuderia portoghese. Questo mi rende un’allevatrice molto fiera, sono contenta che i miei cavalli vengano scelti da scuderie importanti. Il mio intento è quello di portare un po’ di Italia in Europa. È molto importante per me sapere a chi vendo i miei cavalli a cui abbiamo dedicato tante cure negli anni. Cerco di non perderli di vista. Non è sempre una cosa semplice ma per ora sono riuscita a seguirli quasi tutti.
7. Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
In cantiere c’è un nuovo progetto sportivo e allevatoriale, ancora in via di sviluppo, in collaborazione con Victor Alfonso Pomares con il quale da qualche tempo ho instaurato una relazione sentimentale.
Victor, cavaliere di livello internazionale spagnolo, ex cavaliere dell’Allevamento FonteAbeti, Helgstrand e Kasselman, ha esperienza nell’addestramento puledri fino a livello Gran Prix. La sua conoscenza è sicuramente preziosa. Il progetto è ambizioso e siamo entrambi consapevoli che c’è tanto lavoro da fare.
Appena avremo qualche dettaglio in più da poter rivelare sarete i primi a saperlo.
8. In qualità di giovane atleta, istruttrice e allevatrice, c’è un messaggio o un pensiero sulla tua visione equestre che vorresti trasmettere ai nostri lettori?
Passione infinita, rispetto e tanto coraggio.
Questo non è uno sport facile e non bisogna mai dare nulla per scontato. Io personalmente metto sempre al primo posto la salute e il benessere dei miei cavalli. Loro sono gli atleti e noi abbiamo l’obbligo di trattarli con cura e riguardo. Senza i nostri cavalli non avremmo la possibilità di praticare questo sport, dobbiamo loro tutto. Un consiglio che mi sento di dare a chi si sta affacciando a questa disciplina è non avere mai fretta ma, anzi, essere pazienti e saper aspettare…se si sta lavorando nella giusta direzione non importa quanto tempo ci si mette, gli sforzi verranno ripagati e i risultati arriveranno! Non fatevi scoraggiare, siate perseveranti e coraggiosi.
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