Anna Merveldt: andremo a Londra!

Anna Meveldt - "Io ed il mio Coryolano quest'anno saremo alle Olimpiadi di Londra" (photo: tuttoDRESSAGE).

La forte dressagista irlandese che vive e lavora in Italia si racconta in questa intervista di Giulia Iannone.

– Buone notizie per Lei e Coryolano, il suo cavallo da Grand Prix, in merito alla qualifica per Londra 2012 riapertasi negli ultimi giorni. Ci spiega meglio? E soprattutto ci racconta i suoi pensieri, le sue speranze ed aspirazioni?

La notizia è certa! Io ed il mio Coryolano quest’anno saremo alle Olimpiadi di Londra 2012. ( la qualifica si è riaperta all’ultimo momento per una serie di ritiri, ndr). E’ emozionante rappresentare il mio paese, l’Irlanda, di nuovo, ad un così importante evento”.

– Lei era a Barcellona nel 1992, con “Rapallo”. Cosa ricorda di questo momento e del suo risultato?

Esatto. La prima volta che ho rappresentato l’Irlanda ad una Olimpiade è stato a Barcellona. In quella occasione montavo un cavallo di nome Rapallo, un sauro imponente di 17 anni. Fui molto soddisfatta del risultato. Infatti miravo ad entrare nella finale. Io fui tra i 15 binomi finalisti. Obiettivo raggiunto! Dopo di ciò ho gareggiato in molte altre competizioni di rilievo, come campionati del mondo ed Europei, su svariati altri cavalli.”

Anna Merveldt - fotografata durante un allenamento al Centro Ippico Roncobello Dressage dove si allena per le Olimpiadi 2012 e dove segue Monica Iemi nella sua preparazione (photo: tuttoDRESSAGE).

– Parliamo del suo cavallo di punta attuale da Gran Premio: “Coryolano”. Ci descrive il suo carattere, il suo ritmo interiore, il suo talento. Pregi e difetti! Ci dica più che può del suo cavallo di origine Bavarese.

Coryolano ha il cuore di un leone! È un soggetto estremamente ubbidiente, con un vigore sorprendente. È molto semplice da montare e da sempre tutto se stesso. Non sopporta le cerimonia di premiazione e le coccarde!!! ”

– Anna Merveldt… opera in Italia ma dressagista Irlandese e…

Prego si presenti alla sua maniera, anche come trainer e coach. Credo sia il modo migliore!

Ho cominciato a montare in dressage seriamente in Germania molti anni fa. Ho seguito numerosi clinic lì ed in Irlanda ed in altre zone negli ultimi 20 anni. Per parecchi anni mi sono divisa tra Germania ed Italia. In questo ultimo paese, nello specifico, ho lavorato per la FISE nel settore dressage junior e young riders.”

– Le rivolgo una domanda che potrebbe suonare strana: la carriera di dressagista. Perché il dressage e non il salto ad ostacoli, visto che lei proviene dall’Irlanda, terra di buona tradizione di concorso ippico e anche di completo, per verità!

Anna Merveldt - ha lasciato il suo incarico di tecnico responsabile per Ponies, Juniors e Young Riders in F.I.S.E. per concentrarsi sulle Olimpiadi di Londra dove parteciperà con Coryolano (photo: tuttoDRESSAGE).

Ho cominciato ad andare a cavallo in Irlanda quando ero molto piccola. Nel mio paese ho montato in salto ostacoli, completo, caccia, e ho montato i pony. Io credo che il Pony Club, inteso come esperienza equestre a 360 ° o a tutto tondo sia l’approccio migliore per un bambino alla horsemanship o cultura equestre di base.”

– La conosciamo, in Italia particolarmente, quale coach da dressage per giovanissimi: Pony, Junior e Young Rider dal 2010. ( Visto l’imminente impegno Olimpico, la Merveldt è stata costretta a lasciare l’incarico ufficiale a tempo pieno, ndr). Aggiunga qualcosa in merito al suo metodo di insegnamento, al suo modo di vivere gli allievi, le soddisfazioni da istruttore. Un modo speciale di vivere il cavallo, come terza ala del binomio.

Ogni disciplina sportiva ha bisogno di buone basi. Tutto parte dalla base solida. La disciplina equestre, come tale, non ne è esente. Se le basi non sono stabili e confermate la crescita agonistica sarà molto lenta o addirittura totalmente assente. Non ci sono scorciatoie. Occorre tempo, pazienza e conoscenza. Quando insegno pongo forte enfasi ed accento su questi punti. Per quanto mi riguarda, credo che vada di pari passo la necessità per il cavaliere, ogni cavaliere, di sviluppare una sensibilità personale, individuale, autonoma. In altre parole è dovere dell’istruttore educare il proprio allievo ad una equitazione indipendente ed autonoma. “

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