Adriana Foti: il progetto Malaspina è già eccellenza

La Signora Adriana unendo la passione per i cavalli allo spirito imprenditoriale, si è fatta prima promotrice e poi realizzatrice del progetto che si è concretizzato nelle Scuderie della Malaspina.

Adriana Foti (photo courtesy: Scuderie della Malaspina).

Adriana Foti Malaspina, un grande spirito imprenditoriale unito ad una immensa passione per la bellezza ed il cavallo, racconta ai lettori di tuttoDRESSAGE come una visione si trasforma in realtà. Un progetto a tutto tondo costruito intorno al cavallo che vuole e può diventare un modello di business innovativo costruito con acume per valorizzare bellezza, territorio, risorse da cui l’ equitazione può attingere per crescere e svilupparsi anche nel Bel Paese. Già nel 2016 molti gli appuntamenti nazionali di prestigio per rodare l’ organizzazione verso ambiziosi progetti internazionali nel 2017.

Le Scuderie della Malaspina hanno di recente fatto il proprio ingresso nel circuito delle location dei grandi concorsi nazionali. Ci racconta le origini del progetto?

” In principio si pensava che qui sarebbe sorto solo un maneggio. In quel preciso momento è stata fondamentale l’esperienza maturata in ambito imprenditoriale, grazie alla quale l’idea iniziale è cresciuta ed il maneggio è entrato a far parte di ciò che le Scuderie della Malaspina sono ora.

“Esse rappresentano il futuro di Francesca, mia figlia, che non desidera altro che fare della sua passione un mestiere e che sta lavorando sodo per diventare un’amazzone professionista. Le Scuderie della Malaspina rappresentano la nostra scelta di vivere il cavallo a 360°, perché se è vero che il cavallo è il punto di partenza, attorno ad esso possiamo costruire cose bellissime. Abbiamo pensato ad un luogo dove permettere, a chi lo desidera, di vivere il cavallo non solo per lo sport, ma anche per passione. Ed in quest’ottica la vicinanza ad una grande città come Milano, oltre che ad aeroporti e grandi vie di comunicazione, è fondamentale.”

Spieghiamo il concetto, l’idea alla base delle Scuderie della Malaspina.

“Credo che in Italia sia importante iniziare a pensare al cavallo come ad una risorsa, non più soltanto come ad un animale, e trovo sia sbagliato che non esista una legislazione in questo senso. E’ un vero peccato sprecare le risorse del nostro territorio e gettare al vento le potenzialità che il cavallo offrirebbe per sfruttare al meglio tali risorse. Trasformare un bene prezioso come il cavallo in un bene produttivo attorno al quale creare lavoro, dei ruoli professionali definiti, legittimati ed ufficializzati è importante. So che sembra un sogno, ma basterebbe volerlo. Si tratterebbe di un’altra fonte di benessere, e piacere per questo Paese.

“Con questo non vorrei si pensasse che il nostro obiettivo sia solo il lucro. Noi intendiamo le Scuderie della Malaspina come una struttura che ha in se’ le potenzialità e le caratteristiche che le consentono di diventare un centro attivo nella promozione degli sport equestri.”

“C’è chi pensa si tratti di un’utopia, ma la verità è che abbiamo avuto modo di vedere concretamente come le persone si siano trovate passando di qua. Possono venire e beneficiare  dei servizi che offriamo per fare una bellissima esperienza agonistica, oppure semplicemente per godersi lo spettacolo che offre la natura.”

Parliamo brevemente del vostro ingresso nel panorama dell’organizzazione degli eventi sportivi. Non ci sono stati intoppi e tutto pare essere andato molto bene. Si è trattato certamente di un ottimo debutto.

“Tanto tempo trascorso a prepararmi e preoccuparmi mi ha lasciata contentissima. La mia fortuna è stata anche quella di avere al mio fianco una persona innamorata di questi luoghi come lo sono io. Parlo dell’Ingegner Cesare Croce, il cui supporto è stato fondamentale.

E’ stato meraviglioso vedere i volti felici delle persone che sono state qui ed è stato grazie a Cesare se il meccanismo ha funzionato, facendo sì che tutte le attività si svolgessero in modo efficiente.”

Ed infatti l’evento non equestre che si è svolto in concomitanza con le gare a novembre è passato inosservato a chi era qui per la Finale di Coppa Italia di dressage..

“Esatto. Si è trattato di un piccolo evento al di fuori dell’ attività equestre ma concomitante grazie al quale abbiamo avuto modo di testare la nostra stessa organizzazione. Direi che il fatto che nessuno se ne sia accorto sia da considerarsi un ottimo esito.”

Tornando al posto ed alla sua posizione nel territorio, è indubbio che la location sia bellissima. E’ inoltre a poca distanza da Milano e ben collegata a tre aeroporti (Linate, Malpensa ed Orio al Serio) . Le possibilità di sviluppo sono moltissime e trasversali tra diversi settori: ci sono potenzialità immense.

“E’ vero, ci sono grandi potenzialità, e speriamo che nel tempo vengano tutte sviluppate al meglio. Negli ultimi mesi ho potuto constatare con piacere che le Scuderie della Malaspina non appassionano solo me ma stanno coinvolgendo anche i nuovi amici ed i nuovi ospiti che vengono a trovarci. E’ una cosa, questa, che mi riempie di fiducia perché il mio obiettivo è garantire a questo luogo un futuro radioso. Grazie a mio figlio Cristiano, che è parte integrante e fondamentale del progetto, e grazie ad un team che mi assiste in modo eccellente in ogni ambito, sono certa che otterremo grandi soddisfazioni.”

Visitando le Scuderie, abbiamo visto anche alcuni splendidi cavalli. Ci racconta qualcosa a proposito dell’allevamento?

“Si tratta di un progetto con il quale intendiamo portare avanti un piccolo allevamento di cavalli di altissima qualità. Per attuarlo, date le mie scarse conoscenze in materia, limiti che non ho alcuna difficoltà ad ammettere, mi sono messa a studiare, innanzitutto, ma ho cercato anche un supporto. L’Ente Hannover è uno dei miei alleati più preziosi, che mi assiste ogni volta che voglio comprare un cavallo, penso di far coprire una cavalla e per molte altre scelte. Imparo da qualcuno che ha qualcosa da insegnarmi, per colmare le lacune che, se non ammettessi, non farebbero altro che crescere.”

“In Italia pensiamo di conoscere i cavalli e scegliamo il migliore stallone e la migliore fattrice che abbiamo a disposizione. Poi guardi alla Germania e scopri che là usano fenomeni di 4 o 5 anni che qui nemmeno conosciamo. Nel nostro piccolo non possiamo fare miracoli, ma impegnarci per capire cosa non va, quello lo possiamo fare. Imparare da chi ne sa di più è fondamentale per non restare al palo. Non c’è altra verità per me. In quest’ottica, il mio piccolo allevamento è partito dalla selezione di otto eccellenti fattrici.”

Questo modello di business, sviluppato per circondare a 360° il cavallo, da cosa è nato?

“Per prima cosa io cerco la bellezza, in ogni forma. Non ne posso fare a meno. Prima di tutto c’è stato quello, e da lì è poi partito il progetto, basato sulla capacità di osservare e prendere spunto dai migliori, scegliendo un modello imprenditoriale di successo. La ricetta è: lavoro serio, umiltà, mente imprenditoriale, saper individuare le idee vincenti, essere in grado di stabilire un percorso per realizzare il progetto, vale a dire la pianificazione.”

Sono quindi questi gli ingredienti: passione, semplicità, organizzazione e pianificazione.

“Esatto. E non credo a chi dice che per un buon cavallo si debbano spendere montagne di soldi perché si possono avere ottimi cavalli anche senza quel tipo di investimento. Serve testa, cervello, conoscenza ed umiltà. Con un buon tecnico e un buon lavoro si può ottenere un grande cavallo e portarlo avanti. Non è una cosa impossibile da realizzare. Certo che se ci fossero degli incentivi potremmo approfittarne e valorizzare maggiormente molti dei bellissimi cavalli che abbiamo in Italia e che invece vengono mandati via perché ad un certo punto non è più possibile mantenerli.”

Cambiamo argomento ed entriamo brevemente in quelli che sono i vostri progetti per il futuro.

“Il prossimo progetto è quello di iniziare ad organizzare con regolarità eventi, in un crescendo di qualità ed importanza, per poi vedere se, col tempo, riusciremo a fare innamorare di noi qualche sponsor. Il calendario agonistico quest’ anno ci vede impegnati su diversi fronti.”

Una struttura come le Scuderie della Malaspina può avvicinare il mondo dell’imprenditoria allo sport dell’equitazione?

“Certamente. Ma questa è una questione che dovrebbero gestire le istituzioni. Chi ha un cavallo non dovrebbe vivere una vita di timori. Invece dovrebbe poterlo vivere con grande serenità coinvolgendo in questa passione chi è in grado di condividerla. Questo sport dovrebbe essere, non dico popolare, ma quantomeno avvicinabile da tutti.”

Secondo lei cosa si può fare per avvicinare di più il grande pubblico all’equitazione?

“Come avviene all’ estero, si dovrebbe diffondere una nuova percezione del cavallo. Il cavallo on è un bene di lusso. Il cavallo può cambiare la vita a chi lo alleva, a chi lo cresce a chi lo vive.”

 

di Marco Maria Racca

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