Italiani all’estero: a tu per tu con Valentina Argnani.

In questa intervista abbiamo il piacere di incontrare, Valentina Argnani, una figura appassionata  nel mondo del dressage italiano. Dalla scoperta della passione per i cavalli durante un centro estivo, fino alla formazione in Germania e al ritorno in Italia con un bagaglio di esperienze straordinarie, il suo percorso è un esempio di determinazione e amore per l’equitazione. Non solo cavaliere, ma anche istruttrice e promotrice di una visione rispettosa e consapevole dell’addestramento, ci racconta il suo viaggio tra successi, sfide e sogni futuri, con uno sguardo rivolto alla crescita del dressage nel nostro paese. Un’intervista ricca di spunti per chiunque condivida la passione per questa affascinante disciplina.

Valentina e Four Socks
  1. Ci racconti un po’ di te: Da quanto tempo pratichi equitazione? Come ti sei avvicinata al mondo del dressage? Cosa ti ha spinto a scegliere il dressage come disciplina principale?  Il colpo di fulmine con i cavalli è scoccato nel 2005 dopo aver partecipato, durante le vacanze estive in prima media, ad un bellissimo centro estivo in cui si svolgevano attività con i cavalli. Al rientro, con i miei genitori, che erano – e lo sono tutt’ora – assolutamente al di fuori del mondo dell’equitazione, abbiamo cercato un maneggio abbastanza vicino a casa. La scelta è caduta sulla scuderia di Pierluigi (Piero) Sangiorgi, olimpionico italiano nel 2008, dove ho incominciato a muovere i primi passi nel mondo del dressage. Nel 2012 ho iniziato a frequentare il circolo ippico di Ida Drei Donà, dressagista romagnola fra l’altro campionessa italiana free style 2007, anche questo posto a pochi chilometri da casa. Poi nell’estate 2015 è iniziata la mia esperienza in Germania. Posso quindi affermare che sono state coincidenze ed eventi fortuiti che mi hanno fatto avvicinare – ed innamorare – al mondo del dressage.
  2. Quali sono stati i tuoi maggiori successi a livello agonistico fino ad oggi?  Correva l’anno 2007 quando ho iniziato a gareggiare. Nonostante abbia partecipato a numerose competizioni, sia a livello giovanile che senior, anche con ottimi risultati (diversi primi posti e piazzamenti), non ho mai intrapreso un’attività agonistica a pieno titolo. Questo è stato dovuto in buona parte ai costi, che per me e la mia famiglia, risultavano insostenibili. Mi sono quindi concentrata maggiormente su attività di addestramento e approfondimento, privilegiando l’aspetto formativo e conoscitivo. 
  3. Quali sono stati i cavalli più importanti per te ? C’è un cavallo con cui hai avuto un legame speciale? Sicuramente il primo cavallo non si scorda mai, Worlddream; lo porterò sempre nel cuore. Damon’s Valentina, figlia del campione Damon Hill e allevata dai proprietari dello stesso, i Becks, in Westfalia, invece è stata la cavalla più importate dal punto di vista tecnico ed è stata il filo conduttore che mi ha portato in Germania. I cavalli con cui tutt’oggi ho un forte legame sono Four Socks di Fonteabeti e Fiaba di Fonteabeti; sono due cavalli talentuosi ma difficili; però mi hanno insegnato tanto e continuano ad insegnarmi.
  4. Hai trascorso tre anni all’estero in Germania dal 2015 al 2018. Ti andrebbe di raccontarci qualcosa di più su questa esperienza? La Germania ha rappresentato un momento cruciale nella mia formazione e mi arricchito enormemente a livello tecnico, professionale e personale. Il mio legame con questo terra era già iniziato durante gli studi universitari, ma avevo un patto con i miei genitori: prima avrei completato il mio percorso di studi e poi sarei potuta “scappare” in Germania per immergermi nel mondo del dressage. Dopo aver conseguito la laurea in Design con il massimo dei voti, mi sono trasferita in Westfalia con l’obiettivo di ampliare la mia cultura e conoscenza nel campo dell’equitazione. Rimanendo sempre con mente aperta, ho cercato risposte, teorie e approcci che promuovessero una buona e corretta equitazione (un’equitazione pensante e con logica). Durante questa esperienza, ho avuto il privilegio di collaborare con esperti che mi hanno arricchita profondamente come Elisabetta Lesizza, addestratrice e istruttrice che mi ha trasmesso le basi pratiche e teoriche per una buona e sana equitazione. Con Jens Baackman e Zasha Nygaard (BBSporthorses) invece è iniziata la mia carriere come cavaliere professionista; da loro lavoravo in piano eccellenti cavalli da salto a livello internazionale addestrando anche alcuni giovani cavalli da dressage. Infine Gerd Heuschmann, veterinario e tecnico focalizzato sulla corretta biomeccanica del cavallo; illuminante conoscenza e per il quale nutro grande stima e con cui tutt’ora sono in stretto contatto. Da lui ho appreso ed applicato tecniche di addestramento rispettose del cavallo e metodologie di addestramento di giovani cavalli. Sempre in Germania ho svolto numerosissimi training con Klaus e Annabel Balkenhol, famiglia Olimpionica. Tornata in Italia, pur sentendo periodicamente il bisogno di tornare in Germania per una “boccata d’ossigeno”, ho intrapreso il percorso di istruttore, che continuo a seguire con passione. Successivamente nel 2021 fino a quest’anno ho avuto anche l’opportunità di collaborare come cavaliere con l’allevamento Fonteabeti e di mettere anche a frutto la mia laurea nell’azienda Amahorse.
  5. Quali erano i tuoi principali compiti nella scuderia in cui lavoravi? Seguivi una routine giornaliera oppure le tue mansioni variavano di giorno in giorno? prima scuderia in Germania ho iniziato come ragazza alla pari, davo una mano nelle attività quotidiane in cambio di poter montare diversi cavalli. Successivamente nelle altre scuderie che ho frequentato ho svolto l’attività di cavaliere professionista e ho avuto la possibilità di lavorare con cavalli di qualità ma con vario livello di addestramento. L’attività quotidiana seguiva una routine ben precisa con organizzate sessioni di addestramento e strutturati programmi di lavoro. Sveglia al mattino presto: alle 7 ero già in scuderia a preparare il primo cavallo e non tornavo a casa prima delle 16. A differenza degli italiani e del diverso clima che lo permette, preferiscono fare un orario continuato con una breve pausa pranzo. Ho spesso avuto la possibilità di avere la giusta quantità di cavalli in lavoro in modo da per poter dedicare il tempo necessario ad ognuno di loro. 
  6. La tua esperienza internazionale ti avrà sicuramente permesso di sviluppare una visione personale sulle differenze di approccio alla disciplina del dressage tra l’Italia  e la Germania. Quali sono, secondo te, le differenze principali che hai riscontrato? Sapendo di ricadere nel banale ribadendo alcuni stereotipi, ho trovato i tedeschi sempre molto metodici e pragmatici (il contrario di noi Italiani che abbiamo nell’inventiva il nostro punto forte); queste loro caratteristiche li rendono perfetti per il mondo dell’equitazione in cui serve sempre costanza, razionalità e metodica. Questo approccio conferisce loro un elevato grado di professionalità, che nel lungo termine si traduce in successo. In Italia, purtroppo, queste caratteristiche non sempre sono radicate. In Italia, che pur vanta una lunga tradizione nel mondo dell’equitazione, il dressage ha iniziato a svilupparsi seriamente solo negli ultimi decenni. Sebbene il nostro sistema di formazione e le infrastrutture non siano ancora ai livelli tedeschi, sto assistendo a una crescita significativa dell’interesse per questa disciplina. Sempre più cavalli e cavalieri italiani si stanno distinguendo a livello internazionale, dimostrando che la cultura del dressage in Italia, sebbene ancora giovane, è in crescita ma, sempre a mio avviso, si deve lavorare ancora sulla gestione e rispetto del cavallo come “atleta”. Ma in Germania per noi cavalieri provenienti dall’Italia non sono tutte rose e fiori; due cose in particolare ci fanno “soffrire”: il clima (freddo, poco sole e molta pioggia) e la cucina …!
  7. Quali sono i tuoi obiettivi principali per il futuro? Ci sono competizioni o eventi in cui sogni di partecipare? Sono una persona con una mente aperta, sempre disposta ad imparare. Per questo motivo, continuerò a nutrire la mia crescita personale, puntando sempre a raggiungere l’eccellenza. Uno dei miei obiettivi principali è condividere le mie esperienze, promuovere una buona equitazione e stimolare i cavalieri ad ampliare le loro conoscenze, per migliorare le performance e l’armonia tra cavallo e cavaliere. Ho in programma progetti di formazione e allenamenti avanzati, con un forte focus sull’educazione e la sensibilizzazione al dressage. L’obiettivo è sviluppare cavalieri “pensanti”, che abbiano la possibilità di confrontarsi con tecnici competenti, in un ambiente sano, così da costruire basi solide con il proprio cavallo. In quanto istruttore uno dei miei obbiettivi principali è portare l’allievo ad imparare a sentire le giuste sensazioni, insegnare a connettersi con il cavallo sviluppando una buona sensibilità.  Ora che sono tornata nella mia terra, la Romagna, ho già messo in atto una collaborazione con una trainer tedesca del team di Gerd Heuschmann: incontri periodici aperti a tutti i cavalieri per approfondire i principi classici dell’equitazione e migliorare ulteriormente le mie competenze ed estendere agli allievi questi concetti. Per quanto riguarda il mondo agonistico sarei ipocrita nell’affermare che non mi solletica l’idea di gareggiare ad alti livelli, ma sto con i piedi ben piantati per terra: con il duro lavoro di tutti i giorni, un buon team ed anche un briciolo di fortuna, vedremo cosa il futuro potrà riservare per me e per i miei cavalli. 
  8. Che consiglio daresti a un giovane o a una giovane che sogna di fare carriera nel dressage?  Per un giovane che sogna di fare carriera nel dressage, è fondamentale costruire una solida base tecnica, lavorare sul legame con il cavallo, e impegnarsi in un continuo miglioramento attraverso formazione, allenamenti e competizioni. È importante essere pazienti, perseveranti e aperti ai consigli degli istruttori, partecipare a gare per acquisire esperienza, e avere una mentalità aperta alla crescita personale e professionale. Con impegno, dedizione e passione, si possono raggiungere grandi traguardi. Un sentito grazie alla redazione tuttoDRESSAGE per il prezioso lavoro svolto a sostegno del dressage italiano. Grazie per darci voce, condividendo le esperienze di noi cavalieri con la comunità del dressage. Forza dressage italiano!

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