Il Viaggio del Centauro – Problemi (se le cose non vanno come nel tutorial)

Se Jack risponde alle nostre richieste, per quanto possibile apparentemente uguali a quelle viste sull’ultimo tutorial youtube, in modi inaspettati o non risponde proprio, a volte siamo tentati di scivolare negli aggettivi dispregiativi “non è qualitativo”, “è un fannullone”, “ingrato cavallo” sono solo i più innocui. All’estremo opposto, sempre seguendo i guru online, alcuni possono scegliere di lasciare il cavallo libero di fare ciò che l’istinto e le precedenti esperienze gli hanno insegnato.

Sempre più ricerche scientifiche stanno offrendo spunti di interpretazioni più consapevoli dei vari comportamenti equini. Molte indicazioni si possono trovare negli atti dei congressi della International Society for Equine Science (https://equitationscience.com/conferences/).

Prima di prendere provvedimenti dobbiamo tentare di rispondere alla domanda: Perchè Jack non ha risposto? 

Ovviamente resisteremo alla tentazione di attribuire la colpa a Jack: se fosse per lui non ci sarebbe alcuna equitazione, solo un prato e altri cavalli con i quali giocare, mangiare, accoppiarsi e magari scappare da veri o immaginari predatori. Il resto ce lo dobbiamo guadagnare noi, anche se il suo “pedegree” lo consacra ai vertici del salto, del dressage o di qualsiasi altra attività umana.

Il risultato del comportamento di Jack è un mix tra la sua personalità (i cavalli non sono tutti uguali), gli ormoni, le precedenti esperienze, l’ambiente nel quale è vissuto e vive e la nostra capacità di comunicare con lui.

Prima di tutto allora cerchiamo di capire che tipo è Jack. Per semplificare possiamo impiegare una classificazione dei possibili temperamenti del cavallo proposta alcuni anni fa. I 4 temperamenti base sono Socievole, Pauroso, Solitario, Competitivo.  

Ognuno di questi diversi temperamenti può avere delle caratteristiche più verso la passività o più verso l’aggressività e vi possono essere ovviamente situazioni miste.

Ovviamente il cavallo di temperamento socievole e passivo dovrebbe essere più collaborativo e più facile da coinvolgere nei nostri giochi di un soggetto Solitario aggressivo e così via. 

La dressagista e showgirl americana Jvonne Barteau ha pubblicato un interessante riassunto delle sue teorie nel libro Riding the right horse (https://dressagetoday.com/theory/horse-personalities-basic-types).

Le nostre tecniche di addestramento dovranno essere quindi leggermente personalizzate per aiutare Jack a intuire una strada che lo porti nella direzione da noi preferita.

Quali sistemi allora impiegare? Semplice a dirsi anche se un poco meno a farsi ma la strada è il Condizionamento Operante soprattutto nei 2 quadranti: rinforzo positivo e rinforzo negativo dei quali abbiamo già detto nelle precedenti puntate, e molto raramente e solo quando siamo veramente certissimi che sia il caso e che il cavallo possa capire le “punizioni”, quella positiva come applicazione di un comando specifico (basta anche un No deciso…) e quella negativa dove si toglie qualcosa di piacevole al contesto, in genere ignorare il comportamento è già una punizione.

Gli esercizi e le situazioni da proporre al nostro Jack alla fine sono quelli più volte ripetuti in tutti i manuali di equitazione, prima da terra e poi montati.

Dobbiamo ricordaci che forse la principale difficoltà dell’equitazione non è la posizione o il gesto atletico ma il tempismo e l’intensità con la quale impiegare gli aiuti, la coerenza nel tempo del nostro linguaggio. Tempismo e intensità sono guidati dalla sensibilità del cavaliere, quello che nei trattati veniva definito “tatto equestre”, in parte innato ma necessariamente sviluppato e affinato anno dopo anno ricordandosi che l’equitazione dovrebbe essere un’arte e quindi rifuggire la violenza.

Nella prossima puntata vedremo una strada o una scala…che potrà aiutarci a capire il procedimento da seguire nell’addestramento. 

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